12.03.2013 12:13

La donna tra diritti e violenze

E' da poco trascorso l'8 marzo, la Giornata internazionale dei diritti delle donne. Sarà stata per molti una festa banale e femminista, festa sciocca in cui ci si pulisce la coscienza comprando un mazzo di mimose senza conoscerne neanche il vero significato; ma per molti/e rappresenta ancora una delle poche occasioni in cui donne di numerosi Paesi possono far sentire la propria voce e far accendere un faro sulle violenze di cui ancora oggi sono vittime: in questo giorno scendono in strada e popolano piazze donne che chiedono maggiori diritti e maggiore sicurezza contro ogni sorta di abuso. 

Il dramma della violenza sulle donne ha molteplici declinazioni:  maltrattamenti in famiglia, violenze fisiche e psicologiche che sfociano in alcuni casi in episodi di femminicidio, discriminazioni sul lavoro, abusi e sfruttamento della prostituzione, emarginazioni economiche, sociali e culturali. La donna è ancora considerata per alcuni un essere di natura inferiore, pagata meno dell'uomo per un lavoro svolto al pari livello, non degna di ricevere un'educazione scolastica né tantomeno accademica, sottoposta per consuetudini socio-culturali aberranti a disumane pratiche ormai tristemente note alla comunità internazionale, tra cui la mutilazione genitale o il matrimonio di vere e proprio bambine...la donna non è quindi degna di essere ascoltata e capita. 

Per quanto attiene il tema della violenza, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ufficializzato, con Ris. 54/134 del 17 dicembre 1999, il 25 novembre quale Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: tale data fu scelta da un gruppo di donne attiviste - riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi tenutosi a Bogotà (Colombia) nel 1981- in ricordo del brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal avvenuto nel 1960, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leònidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana in uno stato di povertà e instabilità sociale dal 1930 al 1961. 

La violenza fisica e psicologica contro le donne non è una realtà che appartiene ad altri Paesi, lontani da noi, e non contraddistingue classi disagiate nè viene perpetrata solo da uomini "ignoranti e bifolchi", ma è un cancro che colpisce la società nella sua pienezza. La violenza contro la donna è un male silente che ci coinvolge tutti. 

Vi segnalo il film documentario scritto e diretto dalla regista Francesca Archibugi, "Giulia ha picchiato Filippo" il quale, in maniera semplice e chiara esprime, attraverso il racconto di storie simili di donne diverse tra loro, il basilare concetto che la violenza, subita direttamente o alla quale si ha assistito per periodi fin troppo prolungati, genera violenza e che fa tristemente capire quanto la violenza sulle donne sia un fenomeno sottovalutato anche nel nostro Bel Paese (link www.youtube.com/watch?v=VeiR41FBBBw). 

Infine, Vi segnalo due interessanti iniziative organizzate presso la Casa internazionale delle donne (Via della Lungara 16, Roma): in data odierna, alle ore 18;00, ci sarà la presentazione del libro "Uomini che odiano amano le donne. Virilità, sesso e violenza: la parola ai maschi", di Monica Lanfranco; dal 15 al 17 marzo, a partire dalle ore 18;00, la Casa ospiterà una mostra fotografica sul tema della violenza sulle donne dal titolo "Nel Buio di una Donna".  

Buona visione, buona mostra ma, soprattutto, buona riflessione a TUTTI

 

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